L’ultima storia di Hironobu Sakaguchi


The Last Story si ispira alla filosofia orientale del Tao: il principio, l’eterna, essenziale e fondamentale forza che scorre attraverso tutta la materia dell’universo, vivente o meno. Il Tao è rappresentato da Yin e Yang e il loro legame è indissolubile e complementare. Queste due polarità cercano di portare equilibrio e l’equilibrio porta il cambiamento, ma non stiamo parlando di Star Wars…


Una favola è la prima cosa che mi viene in mente. Ben raccontata anche, e di questi tempi non è cosa facile considerato che si può scadere nel banale, invece quest’ultima storia è originale, pur con i suoi stereotipi. I protagonisti però cresceranno, soprattutto negli ultimi capitoli della storia e questo l’ho apprezzato moltissimo, diverranno verosimili, reali.


Così anche ho apprezzato il sistema di combattimento che non lascia nulla al caso: attraverso un particolare potere il protagonista può concentrare l’attenzione dei nemici verso di sé mentre gli altri membri del gruppo fanno la festa al nemico. Le magie lanciate oltre a causare del danno, donare status elementari alle armi e quant’altro, creano dei cerchi magici sul terreno che possono essere usati per propagare abilità di supporto attraverso un comando speciale del personaggio principale. C’è anche la possibilità di potersi nascondere e preparare strategie ad hoc  per sfruttare l’ambiente, come la distruzione di un ponte o di una colonna, che crolleranno sui mal capitati. Più di una volta capita di poter vincere un incontro senza per forza menare le mani, anzi viene favorito il gioco pensato e cazziata la politica suicida del “mi butto in mezzo alla mischia” (più che controproducente). Aggiungete a tutto questo la possibilità di ordinare ad ogni singolo membro del gruppo di lanciare una magia particolare, recuperare hp se è KO, effettuare un attacco speciale o azione difensiva. Inoltre non esistono pozioni curative: a fine combattimento il party viene curato completamente, però si può andare al tappeto non più di cinque volte, dopodiché è gameover. Un eccellente metodo per snellire il sistema di incontri.


Anche di armature ed armi ce ne sono che poche tipologie ed una volta selezionata quella con l’abilità o statistica più adatta la si fa crescere di livello e la si potenzia con materiali che otterremo cercando tesori o sconfiggendo nemici. Inutile incrementare il livello dei personaggi, servirebbe a rendere nulla la sfida.


Nobuo Uematsu si riconferma ottimo. Le sue musiche sono piacevoli e non stancano, c’è anche qualche omaggio ai fasti che furono: memorabile lo scontro finale.


Se potete provatelo; dura una trentina di ore appena (anche meno), la realizzazione tecnica lascia a desiderare, ma recentemente non ho visto nulla di così ben confezionato (anche se essendo un purista, mi è dispiaciuto moltissimo non avere il doppiaggio originale). Dategli una possibilità.


17.9.2012

 

Wii / The Last Story / 27.1.2011